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Rain – 体内までも雨に打たれて|チコーニャ・クリスチアン

Rain – 体内までも雨に打たれて
Rain – La pioggia che batte fin dentro il corpo
Italian
愛知県芸術劇場×DaBY(Dance Base Yokohama)ダンスプロジェクト
鈴木竜×大巻伸嗣×evala

2023818 幸田町民会館 さくらホール
18 agosto 2023 Happiness Hill Kota Hall

Text by Cristian Cicogna
Photos by Naoshi Hatori

演出・振付:鈴木竜(Dance Base Yokohama)
美術:大巻伸嗣
音楽:evala
出演:米沢唯(新国立劇場バレエ団)、中川賢、木ノ内乃々*、Geoffroy Poplawski、土本花*、戸田祈*、畠中真濃*、山田怜央
*DaBYレジデンスダンサー
プロデュース:唐津絵理(愛知県芸術劇場 / Dance Base Yokohama)、 勝見博光(Dance Base Yokohama)
プロダクションマネージャー:世古口善徳(愛知県芸術劇場)
照明ディレクター、デザイン:髙田政義(RYU)
照明オペレーター、デザイン:上田剛(RYU)
音響:久保二朗(ACOUSTIC FIELD)
舞台監督:川上大二郎(スケラボ)、守山真利恵
舞台監督助手:峯健(愛知県芸術劇場)、松嶋柚子
舞台:(株)ステージワークURAK(中井尋央、浦弘毅、森田千尋)
衣裳:渡辺慎也
リサーチ・構成:丹羽青人(Dance Base Yokohama)
振付アシスタント:堀川七菜(DaBYレジデンスダンサー)
制作:宮久保真紀、田中希、神村結花(Dance Base Yokohama)

企画・共同製作:Dance Base Yokohama、愛知県芸術劇場

 

「あのしとしとと降る英国のような雨ではないのだ。無慈悲な、なにか恐ろしいものさえ感じられる。人はその中に原始的自然力のもつ敵意といったものを感得するのだ。降るというよりは流れるのである。まるで大空の洪水(こうずい)だ。」
サマセット・モーム、『雨』より

幸田は、名古屋駅から出る豊橋行きの新快速で岡崎の次の駅だ。厳しい西日が車内に眩しく差し込み、反対側の景色に達し、田圃(たんぼ)で佇(たたず)む白鷺を黄金色に照らし出す。過ぎ去った台風の名残か、薄浅葱(うすあさぎ)色の空に千切れ雲が多く、一箇所はちょうどイギリス諸島を象っている。公演がイギリスの小説家サマセット・モームの短編小説『雨』(1921年)を舞踊として舞台化したものだから、偶然とは思えない。
モームの短編の舞台は南洋のサモア群島。熱心な宣教師であるデイヴィッドソン牧師は妻と共に任地へ向かう途中、伝染病の検疫のために島に停留することになる。実際はモームが1916年に南太平洋の島々を訪れた際に同じ船に乗り合わせた船客の何人かを登場人物のモデルにしたという。長旅の気晴らしに彼もきっと空を見上げたに違いない。南洋の雲を見て何を思い浮かべたのだろう。
幸田駅からありふれたチェーン店が並ぶ国道をタクシーで走ると、田園風景の中にぽつんと立派な幸田町民会館が現れる。暮れなずむ光に照らされてまるで蜃気楼のようだ。ここは別世界であるという印象を与える狙いはこの会場にすることと関係がなかったかもしれないが、パフォーマンスの冒頭にはあったと言える。南国では時間の流れが異なることを暗示するかのように、ダンサーたちは客席の通路から非常にゆっくりと舞台へ進んでいく。
主な登場人物はデイヴィッドソン夫妻に、医師のマクフェイル夫妻、そして見るからにふしだらな娼婦のミス・トンプソンだ。彼女は夜も構わず蓄音器を鳴らし、商売に精を出しているが、それを良しとしないデイヴィッドソン牧師は彼女を教化しようと熱意を燃やす。しかし、主人公は言うまでもなく、雨だ。しかも、南国の島に降り注(そそ)ぐ雨季の雨。

ダンサーたちがよじ登った舞台の上には真っ黒なキューブ状の、巨大な物体が吊るされている。まるで宇宙から降りてきた異物のようだ。中は空洞で、かなり厚みのある壁は板ではなく、糸だ。ものすごく存在感のあるオブジェで、ダンサーたちが糸の間を突き通るたびに、呼吸をしていて、無数の触角を持つ生き物に見える。海底でゆらゆら動くイソギンチャク、いや、もっと恐ろしい、深海に潜む怪物だ。
大巻がデザインしたこの作品は、原作を取り巻く暗い雰囲気を見事に再現している。影にボリュームを与えたと大巻は言う。我々が体験したパンデミック中の不安、恐怖、閉塞した状況も感じられる。たった一つの装置のおかげでRainの舞台は南洋の島と聞いて皆が想像する色彩豊かな楽園から遠くかけ離れた、閉所恐怖症を引き起こすようなモノクロームの世界となった。
オブジェは、照明の当たり具合や高さを変えることによって、様々な役割を果たす。風を孕(はら)む帆。ミス・トンプソン(米沢唯)が男たちを迎え入れる、煙草の煙が充満している部屋。遺体が横たわる渚に寄せる波。そして、もちろん、スコールの雨柱。
もっと抽象的な意味も与える。誘惑の象徴として、手と腕だけが糸の壁から出て来て、米沢の身体と絡み合い、肉感的なダンスのきっかけとなる。
罪深いミス・トンプソンのやましい心。デイヴィッドソン牧師(中川賢)が大きなライトを手に持って、教え諭すつもりで彼女を追い詰める場面では、そのライトがあたかも黒い心に神の光を当てるかのように思われた。
熟れた果実のように、牧師の行動に降りかかる予期せぬ悲劇。

牧師の教化が成果をあげたのか、ミス・トンプソンは次第に淑やかに振る舞い、派手な服装は清楚なものになり、男に向ける挑発的な眼差しが消える。最も重要な変化は罪を贖(あがな)える希望を抱くようになることだ。
水槽の金魚のようにカトリックの環境で育った私は宗教的な視点から解釈する傾向があるのかもしれない。しかし、Rainは単に善悪の二項対立を示す作品ではない。スコールのように、繰り広げられるダンスは、複数のコントラストを生み出す。
中川/デイヴィッドソン牧師のキャソックの黒と米沢/ミス・トンプソンのワンピースの白、首までつまったキャソックに、肩も太ももも露わなワンピース、牧師の厳しい表情と禁欲的な雰囲気に、娼婦の妖艶で、官能的な情調に溢れる佇まい。
米沢のクラシックバレエから生まれるしなやかな動きと対照的に、中川をはじめ、他のダンサーたちは華麗な舞踊や力強いストリートダンスを披露する中、モームの物語に描かれていない不可視の部分が舞台に表現されていく。特に、アンサンブルのダンスは嫉妬、脅迫、自責の念、誘惑との闘い、悪夢に苛(さいな)まれる心といった登場人物の心理や複雑な感情を舞台上で形にしている。
オブジェが低く下がり、中にいるダンサーたちの下半身しか見えなくなる。見ているこちらは鍵穴からミス・トンプソンの部屋を覗いているような気分になる。
中盤は、ざわつく心臓の鼓動を思わせる音楽に合わせて、ダンサーたちはオレンジ色の明かりに包まれ、踊りながら半裸の身体を絡ませ、重ね合う。地獄の炎から出てきて襲い掛かる悪魔に見えるが、最後に、ダンサーたちは次々と倒れて折り重なる。その身体の塊のてっぺんから米沢が現れる。さながら火砕丘から吹き出す溶岩のように。米沢は艶やかな笑みを浮かべる。やはり、最終的に勝つのは悪魔なのだろうか。

パフォーマンスを完璧に支えるのは、evalaの音楽だ。
ただの雨音ではなく、どちらかというと、オブジェが伝える不安や磁力を音にした音楽だ。重厚で立体感のある音で、こちらを圧倒して座席に押しつけるような感じではなく、舞台に、否、オブジェに呑み込まれるような音楽なのだ。音から想像されるのは重みのある雨で、降り続ける雨が毛穴を通して、体内まで染み込むような感じの雨。
デイヴィッドソンはついにミス・トンプソンをサンフランシスコに強制送還させる措置を講じる。送還の前夜、デイヴィッドソンは彼女の部屋で遅くまで話し合う。翌朝、浜辺で喉を切り裂いて死んでいる牧師が発見される。キリスト教徒にとって、埋葬が認められないほどの重い罪である自殺を選んだのはなぜだろうか。
衝撃を受けたマクフェイル医師がミス・トンプソンの部屋に入ると、教化されたはずの彼女は挑発的な服を着て、派手な化粧をして、音楽を大音量でかけている。マクフェイルは激怒するが、彼女は毒を吐くように言い放つ。「男ってやつは! 汚らわしい豚! どいつもこいつも、みんな同じさ。豚! 豚!」。
信仰から生まれる牧師の理性が、娼婦への性的本能に負けてしまったのだ。クライマックスのダンスは、裏切られた気持ち、喧嘩、心の悩み、罪の意識を表し、そして、浜辺での悲惨な結末を表現する。
音楽が絶えた。オブジェは檻に見えてきた。ダンサーたちはその中に白黒の影のように立っている。音を立てずに一人ずつ奥へ引っ込んでいく。
米沢は嘲笑、軽蔑、憎悪を込めた表情でミス・トンプソンの最後の台詞(せりふ)を言い放つ。もちろん、それは眼差しだけの台詞だが。
そして、元の木阿弥(もくあみ)になるという意であろうか、ゆっくりとワンピースを脱ぎ、罪の闇へと消えてゆく。

(2023/9/15)

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Rain – La pioggia che batte fin dentro il corpo

Progetto artistico organizzato da Aichi Prefectural Art Theater in collaborazione con DaBY (Dance Base Yokohama), che mette insieme danza, musica e design

18 agosto 2023 Happiness Hill Kota Hall
Testo di Cristian Cicogna
Foto: Naoshi Hatori

Regia, coreografia: Ryu Suzuki (Dance Base Yokohama)
Scenografia: Shinji Ohmaki
Musica: evala
Danza: Yui Yonezawa (prima ballerina del National Ballet of Japan, Nuovo Teatro Nazionale di Tokyo), Satoshi Nakagawa, Geoffroy Poplawski, Nono Kinouchi, Hana Tsuchimoto, Inoru Toda, Mano Hatanaka, Reo Yamada
Riserva / Assistente alla coreografia: Nana Horikawa
Direttore luci e design luci: Masayoshi Takada (RYU)
Costumi: Shinya Watanabe

 

Kōda è un paesino nella prefettura di Aichi (che ha come centri Nagoya e Toyota, sede dell’omonima casa automobilistica) e ci si arriva dopo quaranta minuti di rapido da Nagoya. Il sole del tardo pomeriggio riverbera abbagliante all’interno del vagone, per poi traboccare oltre i finestrini sul panorama del lato opposto, smaltando d’oro gli aironi in posa, immobili, sulle risaie. Forse a causa del tifone appena passato, in un cielo cilestrino si rincorrono greggi di nubi sfilacciate, e in uno di questi colgo la forma quasi precisa della Gran Bretagna. Dato che lo spettacolo di oggi è la messa in scena in forma di danza del racconto breve Pioggia (pubblicato nel 1921) dello scrittore inglese Somerset Maugham, non riesco a considerarla una semplice coincidenza.
Il racconto di Maugham è ambientato in una piccola isola dell’arcipelago delle Samoa, dove la nave con a bordo il pastore Davidson e la moglie, in viaggio verso una missione, è costretta a fermarsi in quarantena per un sospetto caso di contagio. In realtà Maugham nel 1916 aveva compiuto un viaggio nel sud Pacifico, prendendo poi a modello alcuni passeggeri per i suoi personaggi. Come passatempo nella lunga traversata avrà sicuramente alzato gli occhi al cielo in cerca di qualche forma bizzarra nelle nuvole. Cosa ci avrà visto?
Dalla stazione di Kōda devo percorrere in taxi un bel pezzo di statale, con gli anonimi filari di ristoranti e supermercati, tipico paesaggio della provincia giapponese, finché non vedo apparire, quasi dal nulla, il maestoso centro culturale Happiness Hill Kota Hall, che, nella luce arancio di un tramonto che sembra sospeso, sfavilla come fosse un miraggio. Non so se nella scelta del luogo gli organizzatori avessero l’intenzione di sottolineare la distanza fisica del teatro dell’azione, ma si può senz’altro dire che fosse presente nel prologo dello spettacolo. Come a voler suggerire che ai Tropici il tempo scorre diversamente, i danzatori raggiungono il palcoscenico dai corridoi della platea, in un esasperato ralenti.
I personaggi principali, oltre ai Davidson, sono il medico Macphail, accompagnato dalla moglie, e Miss Thompson, una prostituta dai modi volgari che, con il grammofono acceso anche in piena notte, esercita la sua professione. Il fervente pastore Davidson, spinto anche dal disgusto espresso dalla moglie, si incarica di spingerla alla conversione. La protagonista assoluta è, ad ogni modo, la pioggia che, ‘animata da un’intima rabbia’, cade sull’isola. L’inesorabile pioggia monsonica dei mari del sud.

Sopra il palcoscenico su cui i ballerini si sono issati dalla ribalta pende un enorme ‘oggetto’ nero a forma di cubo. Ha l’aria di qualcosa giunto dallo spazio. Cavo all’interno, le pareti non sono solide, ma fatte di corda, tipo una tenda dalle mille fessure. Ha una presenza scenica imponente, e ogni volta che i ballerini vi passano attraverso, dà l’impressione di un essere vivente che respiri, muovendo le sue infinite antenne: un’anemone di mare con i suoi ondeggianti tentacoli, anzi no, un terribile mostro marino in agguato negli abissi.
Il suo creatore, il designer Shinji Ohmaki, ha reso alla perferzione la cupa atmosfera che aleggia nell’opera originaria. Afferma di essere riuscito a dare volume alle ombre. A mio avviso ha riprodotto anche quella sensazione di ansia, paura e costrizione che tutti noi bene o male abbiamo vissuto durante la pandemia di Covid-19. Con un unico elemento scenografico ha trasformato Rain dal paradiso ricco di colori vivaci che tutti immaginiamo pensando a un’isola del sud Pacifico, in un mondo monocromatico e claustrofobico.
L’oggetto, a seconda delle luci e della posizione, diventa cose diverse: una vela gonfiata dal vento; la stanza fumosa in cui Miss Thompson (interpretata da Yui Yonezawa) accoglie i clienti; le onde che bagnano la spiaggia su cui giace un cadavere; ovviamente la colonna d’acqua che piove dal cielo nei frequenti temporali.
Ma può assumere anche significati simbolici. Come perfetta immagine della tentazione, mani e braccia che sbucano dalla parete di corda a intrecciarsi con il corpo di Yonezawa, dando il la a una danza molto sensuale; l’anima peccaminosa di Miss Thompson, inseguita da Davidson (Satoshi Nakagawa) con una grande lampada in mano, probabilmente durante una predica, nel tentativo di illuminarla con la luce di Dio; l’inaspettata tragedia, che sa di beffa, che pende come un frutto troppo maturo sul destino del pastore.

L’opera di redenzione del missionario sembra dare risultati concreti: l’atteggiamento della ragazza mostra un notevole cambiamento, l’abbigliamento diventa sobrio, sono scomparsi gli sguardi provocanti lanciati agli uomini, ma soprattutto sembra sincera la sua volontà di riscatto.
Per un italiano cresciuto in un ambiente cattolico è abbastanza scontato dare un’interpretazione religiosa al contesto, tuttavia Rain non è un semplice scontro tra il bene e il male. I balletti che si susseguono al ritmo impetuoso delle tempeste tropicali mettono in luce vari contrasti.
Il nero della tunica di Nakagawa / Davidson e il bianco del costume di Yonezawa / Miss Thompson; il colletto della tunica allacciato fino al collo e il vestito di lei che lascia nude braccia e cosce; il comportamento rigido e austero del prete e l’aria maliziosa, densa di sensualità, della prostituta.
Le movenze da ballerina classica di Yonezawa sono messe in risalto dall’energico ma elegante buyō di Nakagawa e gli altri, con parentesi anche di street dance, del tutto pertinenti. In particolare, i balletti di gruppo danno forma al lato psicologico, introspettivo dei personaggi, che la narrazione di Maugham lascia appena sottinteso: la gelosia, la minaccia, il rimorso, la lotta contro la tentazione, l’animo assalito dagli incubi.
Nella scena in cui l’oggetto si abbassa fino a mostrare solo la metà inferiore dei corpi, si ha la netta sensazione di stare spiando dal buco della serratura nella stanza di Miss Thompson.
Nella parte centrale, su di una musica che ha il ritmo di un cuore dal battito accelerato per una forte emozione, i corpi seminudi, avvolti in una intensa luce arancione, si aggrovigliano, si accavallano in una sorta di diabolica orgia. Alla fine, in cima ai corpi accatastati, come uno spruzzo di lava da un calderone appare Yonezawa, un conturbante sorriso sulle labbra rosso fuoco. Il trionfo del male?

A sostenere alla perfezione la performance è la musica dell’artista giapponese evala.
Non la semplice riproduzione del suono della pioggia, piuttosto la resa in musica dell’inquietudine e della forza attrattiva dell’oggetto nero. Un suono solenne, solido, quasi tridimensionale, che non ti schiaccia sulla poltrona, ma al contrario ti risucchia verso il palcoscenico, anzi verso l’oggetto. E ti porta a immaginare una pioggia continua e pesante, che ti entra dai pori della pelle e ti batte dentro tutto il corpo.
Davidson ha deciso di consegnare Miss Thompson alle autorità di San Francisco, facendola imbarcare sulla nave in partenza il giorno successivo. L’ultima sera si intrattiene nella stanza della ragazza fino a notte inoltrata. Il mattino seguente il cadavere del pastore, la gola recisa, viene rinvenuto sulla spiaggia. Che cosa lo ha spinto a scegliere il suicidio, peccato talmente grave nel mondo cristiano per cui viene negata persino la sepoltura in un campo santo?
Macphail, sconvolto dalla notizia, si reca da Miss Thompson, ma la sorpresa è ancora più forte. La presunta redenta è in abiti succinti, pesantemente truccata, la musica a tutto volume, mentre chiacchiera con un marinaio. Allo scatto d’ira del medico, la ragazza sibila, come sputasse veleno. Voi uomini, luridi, sporchi maiali! Siete tutti uguali, tutti! Maiali! Maiali!
Il pastore Davidson ha visto la ragione che gli derivava dalla fede soccombere all’istinto carnale del maschio nei confronti della prostituta.
La danza finale mostra il vortice di emozioni che travolge i protagonisti: la sensazione di essere stata tradita, la lite, il turbamento, i sensi di colpa, e infine il tragico epilogo sulla spiaggia.
La musica tace. Ora l’oggetto assomiglia ad una gabbia. I ballerini in piedi dietro le corde nere, illuminati solo a metà, appaiono come esili ombre. Senza fare rumore, a uno a uno si ritirano.
Yonezawa, con un’espressione tra il dileggio, il disprezzo e l’odio, sputa fuori l’ultima battuta di Miss Thompson. Ovviamente, solo con lo sguardo.
Poi, con studiata lentezza, forse a significare il definitivo ritorno alla vita di prostituta, si sfila il vestito, e scompare nell’oscurità del peccato.

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Aichi Prefectural Art Theater × DaBY Dance Project Ryu Suzuki×Shinji Ohmaki×evala『Rain』

Direction / Choreography:Ryu Suzuki (Dance Base Yokohama)
Scenography:Shinji Ohmaki
Music:evala
Dancers:Yui Yonezawa(The National Ballet of Japan), Satoshi Nakagawa, Nono Kinouchi*, Geoffroy Poplawski, Hana Tsuchimoto*, Inoru Toda*, Mano Hatanaka*, Reo Yamada
*DaBY Resident Dancer
Producer:Eri Karatsu (Aichi Prefectural Art Theater / Dance Base Yokohama), Hiromitsu Katsumi (Dance Base Yokohama)
Technical Director:Yoshinori Sekoguchi (Aichi Prefectural Art Theater)
Lighting Director and Designer:Masayoshi Takada (RYU)
Lighting Operator and Designer:Go Ueda (RYU)
Sound System Designer:Jiro Kubo (ACOUSTIC FIELD)
Stage Manager:Daijiro Kawakami(Scale Laboratory), Marie Moriyama
Stage Manager Assistant:Takeshi Mine (Aichi Prefectural Art Theater), Yuzuko Matsushima
Stage Crew:Stage Work URAK(Hiroo Nakai, Hiroki Ura, Chihiro Morita)
Costume:Shinya Watanabe
Research / Composition:Haruto Niwa (Dance Base Yokohama)
Choreographic Assistant: Nana Horikawa(DaBY Resident Dancer)
Administrator:Maki Miyakubo, Nozomi Tanaka, Yuka Kamimura (Dance Base Yokohama)

Planned and co-produced by Aichi Prefectural Art Theater and Dance Base Yokohama